Amanti della vita

12 Ott

2018

Amanti della vita

di Emma Vitali

Un Papa scomodo perché sincero, diretto. Sembrerebbe persino privo di tattiche diplomatiche. Dire che un medico si trasforma in sicario quando pratica l’aborto è un concetto forte. I massmedia hanno dato rilievo a questo passaggio del discorso del Papa, un po’ stupiti, un po’ scandalizzati.

Papa Francesco stava parlando ai cristiani, in un contesto catechetico. La Parola “non uccidere” risuona nel nostro quotidiano e il Papa, ascoltandola, ha ribadito a sé e alla Chiesa di oggi che cosa significa il quinto comandamento: “Si potrebbe dire che tutto il male operato nel mondo si riassume in questo: il disprezzo per la vita. La vita è aggredita dalle guerre, dalle organizzazioni che sfruttano l’uomo – leggiamo sui giornali o vediamo nei telegiornali tante cose –, dalle speculazioni sul creato e dalla cultura dello scarto, e da tutti i sistemi che sottomettono l’esistenza umana a calcoli di opportunità, mentre un numero scandaloso di persone vive in uno stato indegno dell’uomo. Questo è disprezzare la vita, cioè, in qualche modo, uccidere”.

Basterebbe quest’urlo di papa Francesco a far gridare allo scandalo i benpensanti: “La Chiesa stia in chiesa e non si intrometta nella politica e nell’economia!”. Ma oggi si preferisce tacere sulla portata rivoluzionaria del Vangelo. Così si arriva al punto incriminato, in quanto fastidioso: “Un approccio contraddittorio consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti. Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto “fare fuori” una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Non si può, non è giusto “fare fuori” un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. È come affittare un sicario per risolvere un problema”.

Forse è giunto il momento per i cristiani di vivere la propria fede con meno comodità e con qualche fastidio in più. Forse è giunto il momento di gridare ciò che si pensa senza lasciarsi intimorire dagli sguardi carichi di scherno. Che sia giunto il momento di uscire dalla paura e dall’individualismo in cui ci siamo cacciati? Dice Francesco: “…colui, colei che si presenta come un problema, in realtà è un dono di Dio che può tirarmi fuori dall’egocentrismo e farmi crescere nell’amore. La vita vulnerabile ci indica la via di uscita, la via per salvarci da un’esistenza ripiegata su sé stessa e scoprire la gioia dell’amore”.

Allora ripartiamo dall’articolo 1 della Legge 194 in cui lo Stato «riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio». Secondo la Legge l’aborto non è un diritto, difendere la vita sì.

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