di Emma Vitali
Un Papa scomodo perché sincero, diretto. Sembrerebbe persino privo di tattiche diplomatiche. Dire che un medico si trasforma in sicario quando pratica l’aborto è un concetto forte. I massmedia hanno dato rilievo a questo passaggio del discorso del Papa, un po’ stupiti, un po’ scandalizzati.
Papa Francesco stava parlando ai cristiani, in un contesto catechetico. La Parola “non uccidere” risuona nel nostro quotidiano e il Papa, ascoltandola, ha ribadito a sé e alla Chiesa di oggi che cosa significa il quinto comandamento: “Si potrebbe dire che tutto il male operato nel mondo si riassume in questo: il disprezzo per la vita. La vita è aggredita dalle guerre, dalle organizzazioni che sfruttano l’uomo – leggiamo sui giornali o vediamo nei telegiornali tante cose –, dalle speculazioni sul creato e dalla cultura dello scarto, e da tutti i sistemi che sottomettono l’esistenza umana a calcoli di opportunità, mentre un numero scandaloso di persone vive in uno stato indegno dell’uomo. Questo è disprezzare la vita, cioè, in qualche modo, uccidere”.
Basterebbe quest’urlo di papa Francesco a far gridare allo scandalo i benpensanti: “La Chiesa stia in chiesa e non si intrometta nella politica e nell’economia!”. Ma oggi si preferisce tacere sulla portata rivoluzionaria del Vangelo. Così si arriva al punto incriminato, in quanto fastidioso: “Un approccio contraddittorio consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti. Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto “fare fuori” una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Non si può, non è giusto “fare fuori” un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. È come affittare un sicario per risolvere un problema”.
Forse è giunto il momento per i cristiani di vivere la propria fede con meno comodità e con qualche fastidio in più. Forse è giunto il momento di gridare ciò che si pensa senza lasciarsi intimorire dagli sguardi carichi di scherno. Che sia giunto il momento di uscire dalla paura e dall’individualismo in cui ci siamo cacciati? Dice Francesco: “…colui, colei che si presenta come un problema, in realtà è un dono di Dio che può tirarmi fuori dall’egocentrismo e farmi crescere nell’amore. La vita vulnerabile ci indica la via di uscita, la via per salvarci da un’esistenza ripiegata su sé stessa e scoprire la gioia dell’amore”.
Allora ripartiamo dall’articolo 1 della Legge 194 in cui lo Stato «riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio». Secondo la Legge l’aborto non è un diritto, difendere la vita sì.